Le “scorciatoie” per andare in pensione prima

lunedì 11 marzo 2024

Con la riforma Fornero, i requisiti di anzianità per ottenere la pensione hanno subito un sensibile ritocco: oggi sono infatti necessari 42 anni e 10 mesi di anzianità contributiva per gli uomini (41 e 10 mesi per le donne) per la pensione anticipata, mentre per la pensione di vecchiaia i requisiti sono 20 anni di contributi versati e 67 anni di età.


Quota 103: 62 anni di età e 41 anni di contributi resta valida anche per il 2024, anche se è fortemente depotenziata dalla legge n. 213/2023: la pensione viene calcolata con il sistema contributivo, non più con il misto (valido sino allo scorso anno).


Cosa è l’APE

Per APE si intende Anticipo PEnsionistico, ossia la possibilità di lasciare il lavoro al massimo tre anni e 7 mesi prima rispetto a quanto previsto per l’accesso alla pensione di vecchiaia.


Chi può richiedere l’APE

Possono usufruire dell’Anticipo pensionistico i dipendenti pubblici e privati e i lavoratori autonomi di 63 anni e 5 mesi di età, a cui manchino non meno di 6 mesi o non più di 3 anni e 7 mesi dalla pensione di vecchiaia, con un numero di anni di contributi che varia in base alla tipologia di Anticipo richiesto: 20 anni per l’APE volontaria e aziendale e 30/36 per l’APE sociale.


Come funziona l’APE sociale

L’Anticipo Pensionistico Sociale può essere richiesto da chi, in particolari condizioni di bisogno, debba lasciare il lavoro prima di quanto previsto dalla normativa vigente:

disoccupati senza ammortizzatori sociali con 30 anni di contributi

lavoratori che assistono familiari di 1° grado con disabilità grave con 30 anni di contributi

lavoratori con un grado di invalidità superiore o uguale al 74% con 30 anni di contributi

lavoratori che svolgono un lavoro ritenuto particolarmente pesante con 36 anni di contributi


Dal momento in cui lascerà il lavoro a quello in cui avrà i requisiti per la pensione di vecchiaia, il lavoratore percepirà non la pensione, ma un assegno mensile che sarà calcolato ed erogato dall’INPS, per un importo massimo di 1.500 € lordi.

L'APE sociale è definita in questo modo per differenziarla dall'APE volontaria, una disposizione che non è più in vigore dal 2019.


Dal pubblico al privato

Cosa è RITA?

Per RITA si intende Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, ossia la possibilità di percepire, sotto forma di assegno mensile, le somme accumulate nel proprio Fondo pensione dal momento in cui lascerà il lavoro a quello in cui avrà i requisiti per la pensione di vecchiaia.


Chi può richiedere RITA?

Possono usufruire della Rendita Integrativa Temporanea Anticipata coloro i quali hanno aderito ad un Fondo pensione e sono in possesso dei seguenti requisiti:

• 5 anni di partecipazione al sistema di previdenza complementare

• 20 anni di contributi alla pensione pubblica


Quanti anni è possibile anticipare con RITA?

• RITA con anticipo massimo di 5 anni rispetto all'età di pensione di vecchiaia è consentito in seguito a cessazione del rapporto di lavoro con 20 anni di contributi

• RITA con anticipo massimo di 10 anni rispetto all'età di pensione di vecchiaia in caso di inoccupazione superiore a 24 mesi (a prescindere dai requisiti contributivi


La RITA è molto più vantaggiosa rispetto a Quota 103 o all'APE sociale per i seguenti motivi:

Compatibilità tra pensione anticipata e RITA: l'aderente può richiedere RITA anche se è titolare di pensione anticipata (quota 103) o di anzianità nel regime obbligatorio di appartenenza.


Compatibilità tra erogazione della RITA e ripresa del lavoro: l'eventuale ripresa dell'attività lavorativa da parte dell'aderente non è incompatibile con l'erogazione della RITA.


Erogazione in almeno 2 rate: non è possibile erogare RITA in un'unica soluzione. È necessario presentare la richiesta in tempi congrui, in modo che siano erogate almeno 2 rate. Esempio: se si richiede l'erogazione trimestrale, è possibile richiedere l'erogazione prima del compimento dei 66 anni e 6 mesi.


Contribuzione durante l'erogazione della RITA: è possibile versare i contributi volontari al fondo pensione anche durante l'erogazione della RITA, potendo così beneficiare della deducibilità fiscale.


RITA, nice to meet you

RITA offre un'altra serie di vantaggi molto interessanti: cerchiamo ora di saperne di più rispondendo ad alcune domande:

qual'è il montante massimo che può essere liquidato dal fondo? il fondo può erogare fino al 100% del capitale, indipendentemente dalla somma complessiva. Ad esempio: un fondo con un montante di 500.000 euro potrebbe essere liquidato in 2 rate da 250.000 euro se richiesto prima del compimento dei 66 anni e 6 mesi. E' possibile richiedere l'erogazione della RITA anche per percentuali minori (ad esempio 20% o 95%): in questo caso il fondo resterà aperto anche dopo i 67 anni e si potrà beneficiare ancora della deducibilità fiscale.

qual'è la tassazione applicata alla somme erogate da RITA? la tassazione è pari al 15%, se l'anzianità alla previdenza complementare è inferiore a 15 anni; dal 16° anno scattano le riduzioni dello 0,3% annuo fino al minimo del 9%, raggiungibile a 35 anni di anzianità al fondo. L'agevolazione alla tassazione con erogazione tramite RITA è estesa anche ai versamenti antecedenti al 2007.


La tassazione dei fondi pensione

posso revocare la RITA? la RITA è revocabile in qualsiasi momento; è anche possibile richiedere il trasferimento del fondo ad altro fondo: in questo caso la RITA si annulla automaticamente

cosa succede al capitale non ancora erogato tramite RITA e presente nel fondo? il capitale continua ad essere gestito e a maturare interessi: automaticamente il capitale viene spostato sulla linea più prudente del fondo pensione, salvo diversa disposizione indicata dall'aderente