Gestione del fondo pensione

Matteo, 33 anni, geometra, libero professionista lavora da 13 anni. Il suo reddito è di circa 40.000 euro lordi all'anno, ma da quando ha avviato la collaborazione con un altro collega, il lavoro è aumentato parecchio ed il fatturato sta crescendo.
Fino ad ora Matteo non si è mai occupato troppo della sua pensione: ha sempre solo fatto i versamenti obbligatori alla sua cassa previdenziale di categoria.

Essendo poi in regime forfettario e non potendo dedurre le spese dall'imponibile, il suo commercialista non ritiene interessante fare versamenti su di un fondo pensione.
Matteo decide di parlarne con il suo consulente finanziario.

Matteo spiega al suo consulente che, da un lato vorrebbe accantonare i maggiori proventi della sua attività per assicurarsi una pensione decente, mentre dall'altro, vorrebbe crearsi un fondo per la futura ristrutturazione di un vecchio immobile di sua proprietà. Vorrebbe andarci a vivere con Margherita, la sua compagna. Entrambi però non vogliono sentir parlare di matrimonio!
Il consulente consiglia quindi a Matteo di versare annualmente i maggiori profitti della sua attività in un fondo pensione, avendo l'accortezza di comunicare al fondo che tali contributi non vengono dedotti.

Tra 8 anni, Matteo potrà richiedere al fondo un'anticipazione fino al 75% di quanto versato per effettuare i lavori di ristrutturazione. Poiché i contributi al fondo non saranno dedotti, l'anticipo non sarà gravato dalla ritenuta a titolo di imposta del 23%.
Il consulente spiega a Matteo che il fondo è impignorabile e insequestrabile. Inoltre Matteo può nominare come beneficiaria in caso morte la sua compagna Margherita, per tutelarla anche al di fuori del matrimonio.
Il consulente consiglia a Matteo di versare su di una linea a prevalenza azionaria per i primi 5 anni, salvo poi ridurre il peso azionario all'avvicinarsi dell'ottavo anno, quando parte della somma potrebbe essere prelevata. Il piano verrà aggiornato annualmente, in base alle somme che Matteo sarà in grado di versare.